Centinaia di cittadini cinesi pronti a una protesta eclatante contro il Dalai Lama in città. Come accaduto nelle ultime apparizioni in tutto il mondo del leader dei buddhisti tibetani in esilio, anche a Firenze — da uno dei luoghi simbolo della città — la comunità cinese vuole far sentire la sua voce di dissenso. Era accaduto a Milano, dove a ottobre scorso il Dalai Lama aveva ricevuto la cittadinanza onoraria. Un corteo di protesta di centinaia di persone in un luogo altamente simbolico: in Lombardia fu il teatro degli Arcimboldi, in questo caso sarà Piazzale Michelangelo.
La mobilitazione
Diverse associazioni orientali del territorio, capitanate dall’associazione dell’Amicizia Italia-Cina, stanno preparando i documenti per richiedere di manifestare contro il leader religioso al Piazzale. La mobilitazione è in programma per il 19 settembre, giorno in cui il Dalai Lama riceverà l’onorificenza del «Sigillo della pace» dal sindaco di Firenze Dario Nardella. L’iniziativa di dissenso ha avuto avvio dalle associazioni locali di cinesi, tuttavia — a quanto si apprende — la manifestazione coinvolgerebbe anche cittadini orientali pronti a partecipare alla protesta da ogni città d’Italia. In questo senso sono cominciate le comunicazioni sulla Rete che chiamano la comunità orientale alla massima adesione: il tam tam corre già sui messaggi di WeChat. La protesta, come avvenne a Milano, corre sul filo dell’insofferenza della Repubblica popolare cinese rispetto ai riconoscimenti che il capo religioso riesce ad ottenere all’estero rispetto alla sua lotta politica: per i cinesi il Tibet è indiscutibilmente parte della Repubblica. «Alcuni — aveva detto il Dalai Lama dopo le proteste milanesi — protestano perché non sanno cosa sto promuovendo, altri sono organizzati dalle ambasciate cinesi per creare queste problematiche». A Firenze, almeno ufficialmente, per ora sono le associazioni economiche del territorio a intestarsi la protesta.
«È un leader politico»
Gli attivisti cinesi stanno preparando un comunicato stampa — anche in italiano — nel quale annunciano i motivi della mobilitazione: «Bisogna intendere che per il popolo cinese — spiega l’avvocato Tiziano Veltri, che si sta occupando delle pratiche necessarie a chiedere l’autorizzazione a manifestare presso gli uffici pubblici e la Questura fiorentina — il Dalai Lama non è solo un leader spirituale. Si tratta per queste persone di un’eminente figura politica, che combatte una battaglia avversa alla loro nazione. Il Dalai Lama — chiarisce Veltri riportando le risultanze dei colloqui con le associazioni cinesi — è il capo politico del Tibet indipendente: nessuno ce l’ha con le confessioni religiose o con il buddhismo, qui si parla di idee e di contrapposizione fra Stati».
La giornata fiorentina
La richiesta sarà effettuata per una manifestazione da tenersi il 19 settembre dalle 10 alle 12. In quelle stesse ore il quattordicesimo Dalai Lama sarà al Mandela Forum per due incontri: il primo al mattino nel contesto del Festival delle Religioni e dedicato al dialogo interreligioso (dal titolo «La libertà nella regola») e il secondo dal titolo «La pace attraverso l’educazione». «Le associazioni cinesi — aggiunge l’avvocato — mi hanno spiegato di avere un buon rapporto con il sindaco fiorentino Nardella, propiziato dall’invito del sindaco che non più tardi di due mesi fa ha cercato di organizzare incontri sullo scambio economico fra il loro Paese ed il nostro. Ma ritengono offensivo che il Dalai Lama venga ospitato e premiato in città. Vorrei ricordare che nel 2014 il Dalai Lama chiese udienza a Papa Francesco e il pontefice dovette rifiutare per lo stesso motivo, quello legato alle complicazioni che sarebbero potute sorgere con la Cina».